Dal Santo Sepolcro a Palazzo Pignano Gli scavi archeologici in località Palazzo Pignano iniziarono nel 1963, dietro impulso dell’allora compianto parroco don Luigi Coti Zelati. Li condusse l’arch. Beppe Ermentini, sotto la direzione del sovrintendente Mario Mirabella Roberti. In parte sotto l’attuale pieve, in parte nella zona adiacente a sud, venne alla luce (nel giugno del ‘63) una “rotonda”, edificio sacro di pianta circolare del diametro di 18 metri, i cui resti di mura erano in ciottoli e frammenti di mattoni disposti a spinapesce. Si tratta della cappella battesimale di un palazzo tardoromano rinvenuto nelle successive campagne di scavi (1977-79). Nel 1988, sotto la direzione di Lynn Passi Pitcher, nella zona esterna a sud della pieve, venne ritrovato anche un fonte battesimale ad immersione: una struttura circolare di 3.80 metri di diametro, con una vasca interna di 1.38 metri di diametro e profonda 45 centimetri. Vi si discende con un gradino; il pavimento in cocciopesto pende verso sud per favorire lo scolo delle acque attraverso un condotto rivestito in piombo.(2) Lo scavo è stato messo in luce asportando il pavimento delle navate destra e centrale della pieve, e nella parte esterna, scavando il terreno circostante. La parte nord dell’antico edificio sacro è stata in seguito ricoperta dal nuovo pavimento della navata mediana della chiesa. La cappella palatina che sta all’origine della nostra storia cristiana, era a pianta circolare con un’abside estradossata semicircolare a oriente e un avancorpo rettangolare a ovest, che costituiva la facciata d’ingresso, preceduta da un porticato. All’intero la piccola aula sacra era formata da due zone concentriche: una centrale esagonale segnata da sei pilastri sui quali poggiava un tamburo cilindrico che si innalzava sopra le coperture a spiovente del deambulatorio che correva attorno ai pilastri. Il pavimento della parte centrale era in esagoni di pietra nera intercalati da triangoli in mosaico di tessere bianche; quello del deambulatorio era a mosaico con disegni geometrici a flabelli con tessere bianche, rosse e nere. L’abside (che si trova proprio davanti l’altare di fondo della navata destra della chiesa) era preceduta da un presbiterio con il pavimento rialzato. In essa rimangono tracce di una cattedra in muratura e dei gradini in pietra. Negli ambienti meridionali dell’avancorpo di facciata, si trovava la citata vasca battesimale circolare inserita in una nicchia e oggi portata a vista. “L’edificio è senza confronti tra i battisteri italiani coevi che preferiscono bacini posti al centro di un ambiente (...). La vasca inserita in una nicchia è tipica anche dei battisteri rurali siriani del V secolo, ad esempio quello di Talkè. Vista la corrispondenza di Palazzo Pignano e gli esempi siriani, per dimensioni, struttura, datazione e posizione del battistero rispetto alla basilica, possiamo ipotizzare una certa influenza proveniente dal mondo orientale, soprattutto siro-palestinese.”(3)
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